Pozzi, Carlo Felice Francesco Benedetto
* Castel San Pietro, 2 VI 1803 + Castel San Pietro, 28 VI 1886. Incisore e stampatore di musica. Figlio di Francesco e di Maddalena Perucchi. Mancano informazioni sulla sua formazione e sulle sue attività fino al momento in cui Pozzi si unisce in matrimonio con Giulietta, figlia di Giovanni Ricordi; rito celebrato nel 1826 nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano. L’unione lega il suo destino alle fortune del potente editore di musica milanese. È infatti grazie al suocero che Pozzi, nel 1826, viene associato a Stefano Jouhaud nella gestione della sede fiorentina della ditta, aperta due anni prima nella centralissima Via dei Calzaiuoli, a pochi passi dal Duomo. Ancora nel settembre 1828 il suo nome figura sul catalogo della succursale fiorentina “Ricordi, Pozzi e Comp.”. Nell’estate dello stesso anno invece Pozzi e la moglie si trasferiscono a Castel San Pietro per gestire una sede estera della ditta del suocero, ufficialmente dedicata allo smercio dei suoi prodotti sul suolo svizzero. Tuttavia, già in una lettera del febbraio 1828 al fratello Gaetano in patria, Carlo aveva accennato alla piccante idea di far pervenire in Svizzera ‘per transito’ (cioè senza controllo doganale da parte austriaca) direttamente dalla Toscana dei libri proibiti nel Regno Lombardo-Veneto, allo scopo di introdurli per contrabbando, usufruendo dei librai nelle principali città lombarde come punti vendita. Nel 1831, Giovanni Ricordi contatta inoltre un noto trasportatore di Chiasso per chiedere un preventivo per far pervenire a Milano “delle lastre incise di musica di proibita introduz.ne nel n.ro Stato”. Il modello d’affari che lega Pozzi e il suocero da ora in poi è, dunque, oltre all’attività ufficiale della vendita dei suoi prodotti, anche la produzione in territorio svizzero di lastre di opere musicali delle quali Ricordi evidentemente non possiede i diritti di proprietà.
A partire dal 1833, L’Euterpe Ticinese, una stamperia di musica a Chiasso alle dipendenze di Francesco Lucca, il principale concorrente milanese di Ricordi, pratica un analogo modello d’affari, a chiaro scapito di Ricordi. Su pressione del suocero Pozzi si rivolge alle autorità cantonali, che nel 1835 proclamano una Legge sulla protezione della proprietà letteraria. Secondo la direttiva, ogni edizione ormai prodotta ufficialmente in Ticino deve essere annunciata al Consiglio di Stato, per poter usufruire della protezione sul territorio cantonale. In base alla legge, nei decenni a venire, sia Pozzi che Euterpe Ticinese depositano centinaia di copie di prova delle edizioni di loro proprietà, materiali in gran parte ancora oggi conservati nei fondi musicali del Cantone, cioè all’Archivio di Stato di Bellinzona (Fondo Ricerche musicali nella Svizzera italiana, collezione Editori musicali ticinesi dell’Ottocento) e alla Biblioteca cantonale Lugano (Libreria Patria - Musica).
Parallelamente Pozzi e Euterpe Ticinese continuano a produrre illegalmente dei titoli, che nei cataloghi di Lucca rispettivamente Ricordi figurano come prodotti “di fondo estero”. In questo modo Ricordi riesce, tra l’altro, a introdurre sistematicamente nel suo catalogo gran parte delle opere di Beethoven, stampate nei paesi germanofoni, senza mai acquistarne i diritti. Carlo Pozzi, da fervido radicale, diventa membro del Gran Consiglio ticinese dal 1841 al 1848, dove si adopera anche per conseguire gli obiettivi della sua stamperia, cioè del suocero. Verso la fine degli anni '40 dell'Ottocento, la difficile situazione politica sul confine e l’uscita dal parlamento del genero rendono la stamperia sempre meno interessante per Ricordi. Anche il matrimonio di Carlo Pozzi va in crisi: nel 1850 Giulietta vive di nuovo in Italia.
L’officina di Castel San Pietro continua a fungere sporadicamente da succursale clandestina di Ricordi nei lavori di incisione per ristampa, ora però gestiti da altri funzionari, mentre Pozzi serve unicamente per depositare alle autorità cantonali le copie di prova dei prodotti Ricordi che riceve per posta da Milano. I suoi ultimi depositi sono documentati per l’estate del 1855.
Nel 1857, Achille Bustelli-Rossi, locarnese di nascita e collaboratore della stamperia di Castel San Pietro già nel 1849, si assume il compito di rappresentanza di Ricordi in Svizzera. L’anno successivo trasferisce le sue attività ad Arzo. Per Pozzi invece, ormai fuori gioco, gli anni successivi sono segnati da gravi problemi finanziari e di salute, e da una forte dipendenza economica dai parenti. Morirà ottantatreenne, nel 1886.
La decennale era della pirateria musicale in Ticino, invece, si era chiusa già nel 1868, quando il Consiglio Federale e il Re Vittorio Emanuele II avevano siglato la Convenzione italo-svizzera per la proprietà letteraria e artistica, un testo di legge esaustivo che costringeva le stamperie di confine a rinunciare. Di seguito, i titoli musicali di origine clandestina sparirono tacitamente dall’offerta degli editori milanesi.
Il numero accertato di ristampe realizzate nei circa due decenni di attività nella stamperia di Carlo Pozzi ammonta a oltre 700, mentre gli spartiti Ricordi depositati da lui ufficialmente al Consiglio di Stato raggiungono un numero di quasi 1500. Al contempo si conoscono pochissime stampe di Pozzi prodotte ‘in proprio’ e prive di alcun riferimento alla ditta milanese. Una di queste è la Messa Dominicale ed altre Cantate liturgiche per ambo i Riti Romano ed Ambrosiano, fatta stampare nel 1849 a Castel San Pietro da Giovanni Frippo, prete comasco rifugiatosi in Ticino dopo gli eventi del 1848. Anche l’attività di vendita di prodotti Ricordi in Ticino attraverso l’officina di Pozzi è poco documentata; dato poco sorprendente in una regione di cultura contadina e alla quasi totale assenza di uno strato sociale acculturato tale da giustificare un commercio redditizio di questo genere di prodotti.
 
BIBL.: Florian Bassani, La pirateria musicale in Ticino durante il Risorgimento. Studi e documenti sulle attività clandestine degli editori Ricordi e Lucca in territorio svizzero, RISM Digital Library 2022; id., Spekulation mit der Zeitgeschichte. Giovanni Ricordis Battaglia di Legnano zwischen verlegerischem Kalkül und Werkmonopol, in Verdi-Perspektiven, 4 (2021), pp. 13-62; Agostina Zecca Laterza (con la collab. di Valeria Luti), Carlo Pozzi e il "Fondo estero" di Giovanni Ricordi, in AA.VV., Scripta sonant, a cura di Annalisa Bini, Tiziana Grande, Federica Riva, Milano, 2018, pp. 79-87; Edy Bernasconi, Nei pensieri di Giuseppe Verdi ci fu anche Mendrisio, Mendrisio, 2001; Guglielmo Barblan, Beethoven in Lombardia nell’Ottocento, in NRMI, Anno VI (1972), pp. 34-56; Giuseppe Martinola, Le Edizioni Ricordi nel Ticino, in BSSI, vol. LXXIV (1962), pp. 47-48; Giuseppe Martinola, Rubrica Austriaca dei Liberali ticinesi - 1842, in BSSI, vol. XCIV (1982), fasc. II, p. 66; Claudio Sartori, Casa Ricordi 1808-1958, Milano, 1958; Schinelli, Gazz. Tic., N. 36, 3 IX 1838; Gazz. Tic., N. 30, 21 VII 1837; Gazz. Tic., N. 43, 20 X 1837; Gazz. di Lugano, N. 16, 14 IV 1816 (pubblicata da Ricordi).